""TANDE PE' 'NZE NE SCURDA'. ""   OGNI CAMPANILE SUONA  LE SUE CAMPANE    """

L A  PARTITA  DELLA  GLOBALIZZAZIONE E RUOLO SEMPRE PERDENTE DELL'ITALIA
      - Politici e tecnici sembrano non rendersi conto di essere caduti in errore -

Mi sembra opportuno fare una precisazione. Essa può valere per quasi tutte le
vicende di   econimia politica internazionale contemporanea. Tutti i movimenti
e le trasformazioni degli ultimi tempi, nel bene e nel male, dipendono e
risentono dalle scelte degli Stati Uniti. Anche la vicenda della Cina sono
state conseguenza di scelte ben precise degli USA e del suo capitalismo. Detto
sistema, con l'avvento della globalizzazione, ha potuto strategicamente
piazzare in tutti i posti di potere, anche geopolitici ed economici.  Pertanto
anche il successo macroscopico della Cina è dipeso dalla volontà politica degli
Stati Uniti. Il gioco è stato relativamente semplice: le sedi legali e
dirigenziali delle imprese rimanevano negli USA, mentre il lavoro, le fabbriche
e il management strettamente legato alla produzione venivano spostati laddove i
costi erano più convenienti. La Cina quindi, a differenza dell'Inghilterra e
degli USA, non ha avuto uno sviluppo autonomo in senso autoctono, ma favorito
dai Paesi sviluppati. I quali, senza alcuno spirito patriottico, non hanno
avuto alcuna remora ad abbandonare le aziende della propria nazione, il favore
dei contributi statali e comunitari ricevuti, chiudendo, trasferendo le
fabbriche e mettendo in mezzo a una strada gli addetti, senza alcuno scrupolo,
in nome del dio denaro e della concorrenza. Naturalmente questo trend è valso e
vale anche per le altre nazioni euroamericane, quali la Francia, Germania, Gran
Bretagna, Olanda, USA, Canada, Australia, ecc. Ciò che intendo ribadire quindi
è che lo sviluppo della Cina è stato favorito dai paesi sviluppati, mentre non
è stato favorito per esempio lo sviluppo della ex Unione Sovietica, ritenuta
più pericolosa della Cina. Nella " partita a scacchi " della globalizzazione,
gli USA hanno piazzato le pedine al posto giusto, e seguitano impunemente a
comandare e a essere la potenza più forte del pianeta, nonostante abbia il
debito più elevato del mondo, e seguitano a sviluppare il terribile capitalismo
finanziario, in tutto il mondo, compresa l'Europa. Ciò che non convince è la
testardaggine dei paesi dell'euro, ( non della Germania alla quale conviene la
struttura euro , ma della Francia e adesso dell'Italia, con il governo Monti, a
difendere una struttura degli USA, che puntualmente, quando è il caso, fanno
valere il loro potere e la capacità d speculazione distruttiva.  I politici
italiani e i tecnici non sembrano ancora rendersi conto che sono caduti in un
tranello, oppure in uno sbaglio di valutazione e prospettiva, per cui saranno
sempre a ricatto degli USA e della Germania.  E' del 3 marzo la notizia che
perfino l'Olanda una delle prime nazioni capitalistiche del mondo, stia
valutando l'uscita dalla zona euro per rimettere il corso della valuta del
fiorino olandese. Quello che mi convince sempre di più è che la evoluzione
verso il capitalismo finanziario sia stata una svolta ben programmata e decisa
dai poteri forti, non una semplice deriva causale: con il dominio finanziario
il capitalismo domina l'economia reale e quindi anche lo sviluppo dei Paesi
Brics ( Brasile, Russia, India,  Cina, Sudafrica ).  Il fatto che la finanza,
nonostante tutti i disastri combinati, seguiti a dominare l'economia sviluppata
significa che la  finanza resta la svolta più conveniente agli straricchi del
pianeta. E l'Italia, rimanendo all'interno di questo contesto, e non essendo
una superpotenza, ha tutto da perdere. Il popolo italiano non può continuare a
essere la vittima sacrificata di questo gioco al massacro, nè puo' assistere
passivamente. La prima causa di lotta deve essere quindi contro il gioco
perverso del capitale finanziario.
Noi non subiremo !  
                                                         - Antonio Cicalini -