Giovanni Zavatti è andato in America sfidando le prove del tempo. Giovanni ha lavorato come minatore, pugile, e ballerino, con tanto sacrificio per sostenere la sua speranza e realizzare il suo sogno, essere un Cantante d'Opera . "Zio John" è venuto a mancare alcuni anni fà, a lui è Dedicata questa pagina che lo vuole ricordare per la sua grandezza sia come Tenore che come uomo che appena ha potuto è ritornato sempre al suo "Paesello" l'ultimo suo ritorno è stato nel maggio del 1999 e nell'occasione presentò la sua autobiografia dal titolo "Cantando per il mondo "Grazie John". Gli amici di "CANSANONELMONDO"
(Luciano Di Paolo)

CANTANDO PER IL MONDO  - SECONDA PARTE -
di Enzo De Santis


Il sole cominciava a tramontare sul mare incantevole, mentre lontano all'orizzonte il Vesuvio fumava placitamente. Mentre ero affascinato da queste
bellezze naturali si udì, con una grande eco, il segnale di una nave che avvertiva gli emigranti della partenza.

A questo punto, un emigrante napoletano preso dalla malinconia di lasciare la sua bella Napoli incominciò a cantare la canzone " Santa Lucia luntana " :
Pàrtono 'e bastimente pe' terre assai luntane".
Nell'ascoltare la sua triste voce, di colpo mi resi conto che anch'io
stavo per salire su una nave che mi avrebbe portato lontano, in un paese nuovo
e sconosciuto, e chissà quando sarei tornato.
Improvvisamente mi feci triste e mille pensieri cominciarono ad affollare la
mia mente: perchè lasciavo il mio paese nativo ? Perchè lasciavo la mia
famiglia ? Perchè andavo così lontano ? Dove andavo ? Perchè andavo ? Sarebbe
stata veramente migliore la vita lontana dalla mia bella Italia ? Valeva la
pena cominciare tutto da capo ?Queste erano le domande che mi ponevo e non sapevo come rispondere; ad alcune di esse, dopo tanti anni di vita, non ho ancora potuto rispondere. A questo punto, la nostalgia prese il sopravvento e di colpo mi ritrovai a Cansano, che avevo lasciato alcune ore prima.


Davanti a me cominciarono ad apparire a mille le immagini familiari di
Cansano, il mio paese nativo, in provincia dell'Aquila, dove sono nato il 15
novembre 1911.Cansano è un paesino alle falde della Maiella: La mia mente era piena di ricordi collegati ad esso: i compagni di scuola, le partite di pallone sulla
piazza xx Settembre, la Chiesa del Sacro Cuore, dove avevo servito tante volte
la Messa a fianco del caro  Parroco don Ciccio De Bartolomeis, una figura molto
importante della mia gioventù. Fu lui che mi aiutò molto e mi appoggiò nella
decisione di cantare.Diamo ora un'occhiata retrospettiva, facendo alcune precisazioni. La mia famiglia era composta da cinque figli, tre maschi e due femmine, ed era una delle famiglie più allegre del paese. Mio padre Antonio e mio fratello maggiore Pietro a quel tempo erano minatori in America; mia madre, Maria Giovanna, era una donna risoluta e buona amministratrice. I miei genitori erano tra i pochi fortunati che sapevano leggere e scrivere. In quel tempo la scuola non era obbligatoria e la legge non proibiva il lavoro minorile.In famiglia, dopo che mio fratello Antonio, studente di clarino, ebbe un incidente nel quale perse tre dita della mano sinistra, mia madre decise  che io avrei dovuto imparare a suonare il clarinetto al posto di Antonio, ma io
volevo cantare. Quando ero solo nella mia stanza, invece  che esercitarmi con
il clarino, io cantavo: Le mie prime esebizioni in pubblico furono le serenate,
che cantavo di notte per le fidanzate dei miei amici, perchè di giorno ero troppo timido per esibirmi davanti al pubblico. Anche se ancora molto giovane, io ero alto e forte e dimostravo un'età maggiore di quella reale: ad undici anni incominciai a lavorare come manovale con i muratori del paese; a dodici anni, contro il desiderio di mia madre, andai per sei mesi a fare l'assistente a quindici uomini che tagliavano la legna a Pescocostanzo.


Il mio lavoro consisteva nell'accendere il fuoco mattina e sera, preparare per la cucina, lavare i piatti, pulire la baracca e portare l'acqua ai boscaioli assetati.

1° Parte


Segue...