IO Ricordo

di Donato D'orazio

Ho parlato tanto dei ricordi della mia infanzia, dei tanti personaggi che ho avuto il piacere di incontrare, dei miei genitori, dei miei zii, in particolare zio Pasquale, fratello di mia madre, che fu' per me, mio fratello e sorella, la persona che nel duro periodo del dopo guerra, con i suoi regali, la sua bonta', la sua disponibilita' ci fece sperimentare la parte piu' bella di un infanzia altrimente travagliata. Ho parlato dei miei maestri, dei miei sacerdoti, ognuno nel loro campo di primaria importanza nell'evolversi del mio carattere. Oggi vorrei soffermarmi sul lungo cammino che ho percorso in questa mia terra di adozione e concentrarmi su alcuni dei tanti paesani che mi hanno aiutato a conoscerla ed in ultima analisi ad apprezzarla e rispettarla. Tralascio, per ovvie ragioni, i miei famigliari e zii che sono sempre stati per me di primaria importanza. Premesso che soltanto chi ci e' passato puo` comprendere come traumatico e doloroso sia trovarsi da un momento all'altro in un mondo nuovo e sconosciuto con gente che ti guardano in cagnesco, con usi e costumi strani e lingua incomprensibile. E' un momento di completo disorientamento, un momento che cerchi di aggrapparti a qualcosa, a qualcuno che conosci, che sa' comprenderti e guidarti. Per grazie di Dio di queste persone qui' a Brooklyn ne trovammo tante.

Quasi tutti i paesani ci furono vicini, ci incoraggiarono, ci spronarono a perseverare, ad essere ottimisti, a pensare che giorni migliori sarebbero di sicuro arrivati. Li ricordo tutti, i loro volti, i loro sorrisi. Ricordo le loro visite quasi settimanali per non farci sentire mai soli. Ricordo le radunate della domenica  mattina all`angolo della trentaquattro strada e quarta avenue dove piu` di due dozzine di paesani ci incontravamo per salutarci e discutere dei fatti della settimana appena conclusa. Ricordo le partite a bocce del sabato sera nel retrobar alla trentatreesima strada. Ricordo il Club Maiella che per decenni fu il punto cardine della nostra comunita'. Ricordo la nostra squadra di calcio, le sue tante vittorie e le poche sconfitte. Ricordo Giuseppe Di Paolo detto Peppone, che con oculatezza  e bravura seppe mantenere le finanze del Club in ottimo stato, che con la sua esperienza seppe elargire buoni consigli, che con la sua professione di agente assicurativo seppe dare a molti cansanesi una protezione sicura in caso di eventi imprevisti. Ricordo Giuseppe Fontana, il suo carisma, la sua onesta', il suo amore per Cansano, la sua generosita' nel mettersi a disposizione di chi aveva bisogno del suo aiuto. Lui era un maestro di scuola, non ha mai insegnato perche' gli fu proposto un lavoro federale che gli dava piu' sicurezza finanziaria. Pero' non dimentico' mai la sua passione per l'insegnamento, tanto che era felice se gli si chiedeva di chiarire qualsiasi dubbio che si aveva. Ricordo che per prepararmi per l`esame della cittadinanza americana gli chiesi di aiutarmi. Lui non soltanto mi aiuto', ma mi costrinse anche ad imparare tutta la costituzione Americana

tanto che quando feci l'esame il giudice che mi interrogo' rimase sorpreso della mia conoscenza e mi disse che nessuno prima di me era riuscito a rispondere correttamente a tutte le domande sulla costituzione. Ricordo Lorenzo Di Paolo col quale non ho avuto il piacere di incontrarlo molto spesso, ma le poche volte che l'ho incontrato mi ha sempre colpito la sua saggezza, la sua coerenza, la sua illimitata conoscenza didattica, la sua pacatezza nel proporti le sue opinioni. Ricordo tanti altri paesani che sarebbe troppo lungo elencarli, tanti figli di Cansano che il destino ha portato via dal loro paesello,e che se avessero avuto la fortuna di rimanere nella loro terra sarebbero stato di immenso aiuto alle sorte del loro paese e della loro comunita'.