LE DUE STORIELLE
DI
DONATO D'ORAZIO

Sono storie semplici, sicuramente insignificanti, ma che denotano in modo lineare la mentalita` di noi giovani di quel tempo. Eravamo nella seconda meta` del 1950 , periodo in cui ci fu il piu` grande movimento migratorio Cansanese della sua storia. Ogni giorno intere famiglie partivano, destinazione preferita Stati Uniti, Canada`, Venezuela e Australia. Qui` a New York in ogni nave che ormeggiava nei vari porti della citta` c`era di sicuro qualche cansanese che venive ad ingrossare la nostra gia` cospicua comunita`. Era per lo piu` una comunita` molto giovane, desiderosa di ritagliarsi uno spazio positivo in questa nuova nazione che ci ospitava. Per raggiungere questo scopo il primo baluardo da superare era la lingua inglese. Senza la conoscenza basilare di questa nuova lingua eravamo tagliati fuori da qualsiasi approccio verso questa nuova societa`. Fu cosi` che molti di noi giovani cansanesi decidemmo di frequentare la scuola serale in cui si insegnava la lingua inglese. Con un gruppo di una mezza dozzine di amici ci recammo nella Bay Ridge High School, un palazzo imponente situato nella sessantettesima strada e quarta avenue in Brooklyn, ci fu assegnato un aula in cui si insegnava l`introduzione piu` elementare della lingua Inglese. Ci recammo in questa aula e ci sedemmo negli ultimi banchi. C`erano studenti di ogni paesi, dagli scandinavi agli spagnoli, dagl`italiani ai Greci. Mentre guardavo intorno alla classe notai una distinta signora di una certa eta` che sedeva nel primo banco di fronte alla cattedra dell`insegnante. Lo feci notare al mio compagno di banco che incuriosito la guardo` con piu` attenzione, si giro` verso di me e mi disse " Donato quella signora e` la maestra Giovannina, l`insegnante cansanese responsabile dell`educazione scolastica di tante generazioni di cansanesi" Eravamo nella stessa classe di un`icona della scuola cansanese del primo mezzo secolo, questo ci creo` un imparazzo tale che decidemmo di lasciare tutti la classe. Nella nostra mentalita` di allora non era concepibile che noi potessimo stare nella stessa classe della maestra dei nostri genitori. La seconda storiella mette in evidenza la nostra convinzione che a quel tempo tutti noi avevamo di conoscere l`intera comunita` cansanese di Brooklyn. Cioe` eravamo talmente uniti che era pressoche` impossibile che noi non conoscessimo un nostro paesano. Ebbene non era proprio cosi`. Allora, come ho detto al principio, eravamo una comunita` molto giovane, nel gruppo che andavamo a scuola c`erano giovani appena sposati, giovani con fidanzate e giovani senza alcun impegno affettivo. Uno di quest`ultimi era infatuato da ragazze bionde con occhi azzurri che venivano dai paesi scandinavi. Una sera, dopo la scuola, ci eravamo radunati, come sempre, nella stazione della metropolitana per ritornare a casa. Il nostro amico noto`una bella ragazza " scandinava" poco distante da noi, subito l`avvicino` per fargli i complimenti per la sua bellezza. Gli chiese da che paese scandinavo lei venisse. La ragazza un po` sorpresa ed un po` divertita gli disse che non era affatto scandinava, bensi` era di origine Italiana. Il nostro amico rimase un po` sorpreso, non poteva credere che una bella bionda con occhi azzurri non era del nord europa. Intutto gli chiese da quale parte dell`Italia venivano i suoi genitori. Lei gli rispose che ricordava bene che sua madre veniva da Napoli ma che non era sicura dell`origine di suo padre. Gli promise che nella prossima volta che ci saremmo incontrati ci avrebbe detto dove suo padre era nato. Passarono alcune settimane e riincontrammo questa bella ragazza. Si avvicino` a noi per dirci che sapeva con precisione l`origine di suo padre. Ci disse che veniva da un piccolo paese dell`abruzzo e che questo paese si chiamava Cansano. Suo padre veniva dalla famiglia Rossetti. Fu una gradita sorpresa per tutti noi che conoscevamo bene suo padre ma non conoscevamo lei. Fu un po` deluso il nostro amico perche` la ragazza ci disse che era fidanzata.