ORIGINE DI UNA STRANA "AMICIZIA"
E' il mese di Giugno dell'anno 1944, e dopo due anni di militare addestramento per combattero un nemico, una nave chiamata Liberty Ship
piena di Fanti e Piloti di Aereo, finalmente lasciammo un porto vicino a Campo Shank New Jersey ed entra l'Atlantico. Per due giorni nessuno sa la sua destinazione, di fatto siamo ordinati di cambiare vestamenti militari per confondere alcuno spione. Dopo due giorni si congiunge con un'altra ventina di nave, ugualmente piene di truppe e ben protette da una dozzina di cacciatorpedineri e vela verso l'Est dell'Atlantico. Finalmente dopo tre giorni una voce da un'altoparlande ci dice che la destinazione del gruppo e' l'Europa.
E cosi' dopo una quindicina di giorni di Zigzag nell'Atlantico finalmente sbarchiamo al Porto di Liverpool, poi da li' fummo comandati di salire su un treno che andava verso il Sud England, ad una citta del nome Salisbury, non distante dal porto di Southampton. Il campo dove eravamo comandati ad abitare era chiamato Tent City, (Citta' di Tende) erano capanne coperte con tela che accomodava otto lettini.
Ogni mattina dopo un paio di ora di esercitazione, non c'era quasi piu' niente da fare, ed io, non essendo un barbiere, ma mi arranciavo discretamente l'uso di una forbice e taglia capelli, e quasi ogni giorno tagliava i capelli a tre o quattro compagni, del resto passavamo il tempo ad osservare gli aeroplani da caccia che andavono verso la Francia e alcuni ritornava bassi sopra una colline con le ali e preghiere, spesso si osservavano le V-2 tedesche che passavano in alto verso London. Le sere erano illuminate da fasci luminosi e rumorosi con colpi dagli antiaerei.
Osservo' che per vie della campagna c'erano molti prigionieri Italiani vestiti con uniforme Inglese, e passeggiavano in bicicletta, erano soldati collaboratori che lavoravano al Porto di Southampton e facevano lavori domestici in Salisbury. Parlando con gli Inglesi mi fecero capire che avevano piu' rispetto per i prigionieri Italiani che per noi, perche' tra noi Yankee c'erano chiacchieroni che insultavano il popolo ospito con raggionamenti che eravamo li ' per salvare il loro cuoio da Hitler, menter gli Italiani mostravano gran rispetto. alla spalla sinistra delle loro giubbe Inglese c'era cucita una pezza con il nome Italy. Comunque il tale succede, Io e un compagno di Brooklyn eravamo in un marciapiede in Salisbury, e ad tratto passavano verso noi due sergenti maggiori Italiani, appena erano vicino a noi il sergente Napolitano grido' a due soldati semplice Italiani che passavano dall' altro lato del vigo di bottonare le giubbe Inglese altrimento in prigiona, poi senti' dall'altro sergente dire in un dialetto molto famigliare: "Ma lascia perdere!" la mia curiosita' mi forzo' a domandare: Serge' scusa! elui rispose: "Be che c'e', sei un Americano che mi conosci?, e io gli disse: " No! pero' sono curioso e vorrei sapere da dove vieni, perche' it tuo dialetto e' molto famigliare. Mi sempra che sei un Abruzzese" dalla provincia di Aquila". E lui disse all'altro sergente: " Ma che guaio, l'ha indovinato, e poi continuo' con: " Si' e vero!, sono Abruzzese" ed Io continuo:"Forse di Sulmona?", e lui mi dise: "Si', e lei da dove vieni ?." Io continuo' con: "Indovina?".
Allora lui nomino' parecchi paesi circostanti:" Pacentro?; Pettorano?; Pratola Peligna?; Le Marane?; Popoli?." Allora Io gli disse: "No! sono originario di un paesello a una decina di kilometri al Sud di Sulmona", e lui finalmente disse: Cansano?, Porco della miseria, li' ci ho tanti amici!" e nomino' due dei miei zii che erano Guardie Campestre. E poi mi domando' se i avevo relativi e di che nome, io rispose che mi chiamava Salvatore Di Camillo ed aveva un fratello in Cansano del nome Nicola. Lui mi disse che era Ulderico Liberi e faceva il barbiere a Sulmona. E poi lui e l'altro sergente ci invitarono di andare a pranzare con loro al loro campo, la Domenica se eravami liberi. E cosi' tre Domeniche Io e mio compagno andremo li' a mangiare: Il Campo era un po' fuore di Salisbury, una squadra di prigionieri Italiani giocavano il calcio con gl' Inglesi, all'enrata c'erano due sentinelle : un Inglese ed un prigioniere Italiano, l'Inglese ci disse: "Yanks andate!, questi ragazzi cucinano bene" . Di fatto era vero, in una camera dove pranzavano soltanto i sotto ufficiali, ricordo che c'era soltanto un tenente medico, e usualmente il cibo era pasta, tagliatelle fatto a tipo casariccio e veramente saporite. Ulderico mi domando' se poteva donare alcune camicie di scorta ed io promise che provavo, nel mio ritorno al campo domando' i miei compagni e fu capace di fare una colletta di circa una una dozzina. E poi prima di andare in Francia disse a lui: "Ulderico, io so ben sicuro che lei ritorna in Italia sano e salvo, ma me soltanto Dio lo sa, ecco un po di moneta Inglese ed un mio foto, quando ritoni cerca di far cooscenza co mio fratello.
Nel 1954, quando richiamo' mio fratello di venire qui' con la sua famiglia, e venirono, mio nipote Ottavio mi disse: Zio mi facesti prendere una paura!. Lui attendeva la media a Sulmona, e spesso andava nel treno senza pagare per i biglietti. Un giorno mentre era nella stazione centrale di Sulmona si senti' chiamare su un altoparlando: "Ottavio Di Camillo, va all'ufficio del capo stazione dei merci!, Ottavio credeva che forse l'avevano pescato, ma invece quando lui
entro' il signor Ulderico era seduto dietro un tavolo e lo domando" se lui aveva un zio, e Ottavio gli disse:" Si', ho uno in America!", allora Ulderico tiro'fuore il mio foto e ci lo fece vedere, Ottavio gli disse: "Si questo e' mio zio, dove l'hai conosciuto?
Ulderico gli disse:" In Inghilterra!, e dove e' tuo padre?" Ottavio rispose che mio fratello era con mio zio Emidio in Carbonia, Sardegna a lavorare nelle miniere di carbone.
Nel 1972, io e mia moglie eravamo in Italia per una visita ai suoi relative ed i miei. Un gioro mentre eravamo in Sulmona, fuori davanti la standa a Porta Napoli, ad un tratto veddi passare Ulderico, ed esclamo' Liberi dove vai?, e lui
sorpreso di vedermi subito venne da noi, dopo le salutazioni e lo fece conoscere a mia moglie, lui mi disse di andare giu' Domenica che ci invitava di andare a conoscere la sua famiglia e pranzare con loro, e cosi' fu, la prossima Domenica compro' una bottiglia di liquore ed io e mia moglie andremo giu', lui abitava in un vigo dietro la caserma Umberto Prima. La sua moglie era una brava donna ed avea due figlie insegnante, avevano preparato un bel pranzo di Ravioli fatti
da loro. Poi gli disse di mettersi pronto che la prossima Domenica gli prendeva con la mia macchina, una Fiat prenotata da Presutti, e portare la sua famiglia ad un buon ristorante, lui suggeri' di andare ad Introdacqua, che la' c'era un buon ristorante. E veramente era cosi' il ristorante era sulla vallata d'Introdacqua chamato Gino Trote Vive. Fu un pranzo completo di una varieta di pesci, nel antipasto, pasta, dopo pranzo, e una varieta' di specialita' che la moglie del propetario volle che noi le proviamo, con il suggerimento che quando ritornavamo in America di propagare ai turisti di andare li'. L'amicizia con Ulderico e la sua famiglia duro' per molti anni, fino alla sua morte.
Mentre in questo mondo nessuno sa che viene a succedere, oppure a conoscere. Ulderico sono felice di averti conosciuto, ovunque sei riposa in pace mio caro amico.
Salvatore Di Camillo