Uno Scherzo da "Prete"
Siamo nel 1948, anno in cui l`Italia uscita dal periodo post guerra cercava di ritrovare una sua identita`, sganciarsi dalle incertezze di un governo formato da partiti, Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano, che in circostanze normali avevano una visione dell`Italia diametralmente opposta. Due grandi politici di quel tempo, De Gasperi per la Dc e Togliatti per il PC cercavano di indirizzare il destino dell`Italia verso l`occidente il primo, e verso l`Unione Sovietica il secondo. De Gasperi per raggiungere il suo scopo cerco` ed ottenne una legge elettorale in cui il partito che avrebbe raggiunto il 50% piu` un voto avrebbe potuto governare con una vasta maggioranza. Su questo non era per niente d`accordo Togliatti, che vedeva nella mossa di De Gasperi un raggiro per governare l`Italia senza una forte opposizione. La campagna elettorale che segui` fu tra le piu` combattute e seguite dall`elettorato italiano. E Cansano non fu da meno.
Ogni sera Piazza xx Settembre si riempiva di gente che continuamente si confrontavano, discutevano ed a volte anche litigavano. Fu nel mezzo di questa campagna elettorale che mio padre decise di ripitturare la facciata della nostra casa, per farlo ingaggio` un pittore che si chiamava Antonio, che di fede politica era un accanito comunista. Lui mentre pitturava non faceva altro che cantare bandiera rossa, e cercava continuamente di convincere mio padre, che di politica non ne voleva sapere, di votare per il suo partito, perche`, ripeteva, con un voto si poteva evitare quel famigerato 50% piu` uno. Un giorno, mentre parlava con mio padre sentii dirgli che se Don Virgilio avesse fatto suonare le campane il pomeriggio del giorno dopo le elezioni cio` sarebbe significato una vittoria sicura per la Democrazia Cristiana e se cio` fosse accaduto lui si sarebbe gettato dal balcone della mia casa. In quel tempo a Cansano c`erano si` o no` tre o quattro radio, quindi le notizie arrivavano per sentito dire, o, come diceva Antonio, col suono delle campane. Io, a quel tempo ero un giovanissimo adolescente, non capivo le ramificazioni di un atto che io consideravo di pura burlonata. Decisi di fare uno scherzo ad Antonio. Il tardi pomeriggio del Lunedi` mi recai nella chiesa madre, entrai nel campanile e per un buon cinque minuti suonai a festa le campane. Finito, uscii in fretta dalla chiesa, e per non farmi vedere mi incamminai sotto le mura per poi ritornare in Piazza. Fu li` che capii la gravita` del mio atto. In Piazza c`erano gente di fede democratica che si congratulavano tra loro, e gente di fede comunista che impregavano la sorte, ed il povero Antonio, ormai distrutto, veniva generosamente consolato da mio padre. Mise fine a tutto questo pandemonio il segretario della Democrazia Cristiana, il prof. Eduardo Genitti che venendo in piazza disse che il suono delle campane era stato sicuramente un brutto scherzo e che gli spogli erano appena cominciati e nulla si sapeva del risultato finale. Questa notizia risollevo` miracolosamente il povero Antonio, che invece di riprendere il lavoro chiese a mio padre di dargli il resto del giorno libero perche` prima voleva trovare e poi uccidere chi aveva suonato le campane e poi andare nella prima cantina che incontrava per farsi una sbronza mai sperimentata prima. Ci fu una caccia senza precedenza al colpevole del brutto scherzo, ma per mia fortuna nessuno riusci` a scovarlo.
Donato D'Orazio (Brooklyn, NY)- 2012