La bottega dei ricordi
L’Austin Allegro bianca targata Pescara attraversa la piazza di Cansano
dopo un’ora di viaggio e infila il vico dritto a passo d’uomo.
C’e il papa’ di Aldo seduto alla porta di casa che saluta con affetto e l’espressione serafica, piu’ avanti la nonna di Joe e quella di Milena che ricamano e alzano lo sguardo infastidite, e poi la zia di Nunzia che stende i panni al balcone. La macchina si ferma e io e mia sorella facciamo le scale di corsa verso casa per levare gli zoccoli dai piedi e mettere le scarpe da tennis, mentre papa’ scende la bicicletta HD 2000 comprata a Sulmona al negozio lungo le scale dell’acquedotto e mamma porta le buste della spesa.
Un timido saluto alla guardia Sig.Domenico sulla salita di Via Fonte Superiore e un bacio alle sorelle Guadagnoli mentre la mamma dice il rosario vicino alla finestra che guarda con ammirazione la Majella.
Poco piu’ avanti mi fermo entusiasta a comprare l’ultima copia di Topolino dalla sig.ra Bambina intenta ad esporre le riviste e i quotidiani del giorno mentre le mie orecchie catturano le voci squillanti della sig.ra Menta e delle sue sorelle sedute nello spazio antistante la porta che conduce al castello e le sorelle brasilere dialogano con il Sig.Santacroce.Intanto si ferma il sig.Luciano dagli occhi sempre vivi e allegri che fiero mi rivolge un nuovo indovinello. Cosi’ mi dirigo al genere alimentari in fondo al vicolo all’inizio del Casale per comprare la liquirizia e chiudo gli occhi beandomi degli odori di quella bottega. Uscendo qualche metro piu’ avanti prima che lo sguardo eccitato catturi la prospettiva della piazza, saluto la “sagrestana” della chiesa appoggiata al muretto di casa li dove la salita del Casale si fa piu’ dura e qualche anno prima l’amico Tonino mi dava un passaggio in sella a quella strana moto Fantic con le ruote piccole e molto larghe che sembrava piu’ una moto da spiaggia che da montagna.Finalmente in piazza.
C’e’ la bancarella che vende le scarpe, quella del corredo e quella della biancheria, c’e’ Padre Placido dall’espressione corrucciata che tira le orecchie ad un monello, c’e’ Michele il postino a recapitare la corrispondenza, c’e’ Michele con l’Ape piaggio che si sposta da un cantiere all’altro su e giu’ per Cansano, ci sono le ombre dei castagni che offrono riparo dal sole cocente e proteggono dall’improvviso scroscio d’acqua i giocatori di briscola o tressette del bar K2 dove all’interno urlano e imprecano tutti i miei amici che sono con gli occhi appiccicati ai video giochi, finche’ Giovanni il titolare dopo l’ennesimo e inutile invito alla calma li buttera’ tutti fuori a calci nel culo. Le casse acustiche del juke box appese all’esterno sparano potenti le note dell’estate, ma c’e’ qualche voce tra i tavoli piu’ squillante di queste come quella di Antonio il gobbetto (che nessuno me ne voglia, lo scrivo con affetto e in assoluta buona fede).
Quindi mi sposto al Miramonti dove l’aria si tinge di un soffuso erotismo per la presenza delle mie amiche che commentano estasiate gli ultimi scatti dell’appassionato di fotografia e giovanissimo talento Giovanni Guadagnoli. Al di la’ della strada c’e’ l’amica Marisa Colaianni immersa nella lettura,
piu’ avanti dentro la villetta i maschietti piu’ grandi giocano a pallone tra gli alberi visto che anche stamattina le mucche hanno lasciato i loro generosi bisogni sul prato del campo sportivo
specie davanti alle 2 porte da gioco rendendolo impraticabile.
Ancora piu’ avanti e arrivo alla casa dei nostri cari estinti, beata e cullata dalle montagne tutte intorno.
Domani 16 agosto quella sara’ la mia prima meta, cosi da 37 anni.
Love,
Christian