"L'Abisso!"
di Donato D'Orazio
Io non voglio mettere in alcun dubbio la rettitudine e l'onesta' di pensiero del caro Romeo. Lui lo sa' che lo considero un mio amico ed uno dei migliori cansanesi qui' a New York. So' bene da che parte sono le sue ideologie politiche. Le rispetto, come sono sicuro, lui rispetta le mie. Nella politica nessuno e' immune dallo sbagliare, siamo tutti umani e qualche sbaglio ce lo possiamo permettere. Non nego che il Pres. Obama qualche errore lo abbia commesso. E' lui stesso ad ammetterlo quasi quotidianamente. Di ieri una sua dichiarazione in cui dice di aver di grosso sbagliato nel non chiudere Guantanamo Bay il primo giorno che prese la presidenza.
Ma prendere un sondaggio dell'American Enterprise Institute for public research e' un po' una forzatura di quello che potrebbe anche essere una parziale verita'. Da un'Istituto conservatore in cui i loro migliori elementi furono considerati i maggiori architetti del secondo mandato dell'ex Pres. Bush, e tutti sappiamo la catastrofe militare, economica e sociale che ci ha combinato, quello che scrivono non puo' e non deve essere preso per oro colato. Per cadere in un abisso ci vogliono pochi secondi. Per risalire da quell'abisso ci vogliono anni. E l'abisso che Obama venne a trovarsi tre mesi prima che prese le redini di questa nazione erano terrificanti. Due guerre che ci costavano decine di milioni al giorno, giovani americani che morivano per una causa a loro sconosciuta, maggiori istituzioni finanziarie che crollavano, disoccupazione che galoppava al 10/14%, un popolo deluso e scoraggiato. Tutto questo dovette, suo malgrado, affrontare e risolvere.
Ci sono voluti anni, errori sono stati commessi, non tutto e' andato nel verso giusto, ma le guerre di Bush si sono concluse, tanti poveri giovani americani che allora per campare non avevano altra scelta che quella di arruolarsi al militare, e per molti farsi uccidere, oggi possono programmare la loro vita liberi, ed a secondo le loro capacita' e le loro aspirazioni. La disoccupazione e' tornata ai minimi storici girandosi sul 6% ed il popolo, malgrado qualche laguna, ha ripreso a sperare. Io sono il primo a dire che le cose possono e devono migliorare C'e' ancora tanta disparita' tra ricchi e poveri. Le ricompense economiche dei lavoratori non sono come negli anni novanta. La legge sulla sanita'pubblica, pur con qualche imperfezione, oggi c'e'. Quasi trenta milioni di americani oggi sono per la prima volta coperti da una assicurazione medica. Il sistema politico bipartitico qui' in America ha sempre funzionato. Ci sono state battaglie politiche ed ideologiche, ma tutte improntate al bene del paese. Oggi per una setta di giovani conservatori che per lo piu' vengono dal Sud del paese, e quindi non conoscono i problemi economici e sociali delle grandi metropoli, questo sistema sta' andando in tilt. A loro non importa le condizioni della povera gente, dei loro sacrifici e delle loro difficolta'. A loro importa, costa quel costa, mandare a casa un presidente mulatto. Questa e' la verita'. Deviare da questa verita' non e' ne giusto ne imparziale, per non dire ipocrita. E per finire, da quanto io posso ricordare, non c'e' mai stato un politico che dopo quasi otto anni di potere abbia avuto dalla sua parte un consenso positivo dai loro elettori. L'importanza in una democrazia sono sempre stato le elezioni. Ed Obama ne ha vinto due. Vincerebbe sicuramente la terza se la costituzione glielo permetterebbe.