COMUNITÀ ITALIANA E
ITALO-AMERICANA NEGLI STATI UNITI
Gli italo-americani (o meglio, gli Americani di ascendenza italiana) censiti ufficialmente sono, secondo la rilevazione più recente, circa 17,7 milioni. Si tratta del quarto gruppo etnico di origine europea dopo Tedeschi, Irlandesi e Inglesi. Le due principali organizzazioni italo-americane, NIAF (National Italian American Foundation) e OSIA (Order of Sons of Italy in America) ritengono, tuttavia, che una cifra più realistica sulla presenza di italo-americani negli Stati Uniti si aggiri intorno ai 25-26 milioni di persone.
Gli Stati Uniti furono meta di una prima grande ondata migratoria dai Paesi europei
già dal 1820. Una data significativa nel successivo sviluppo dei flussi è il 1862 (Presidenza Lincoln), quando venne approvata una legge che garantiva la concessione gratuita di terre
di estensione limitata ai free-soliers e l'inespropriabilità dei piccoli poderi. Cominciò così di fatto il fenomeno della colonizzazione dell’Ovest. La presenza italiana non fu a quel
tempo particolarmente significativa;i coloni erano prevalentemente tedeschi e inglesi,
svedesi e norvegesi. Gli emigrati italiani si disperdevanoun po' dovunque, soddisfacendo una domanda di bracciantato periodico o occasionale, in relazione anche ad una scelta migratoria non definitiva Tuttavia, si registrano significative esperienze localizzate; ad esempio, esisteva una sorta di monopolio italiano nell'orticoltura a New Orleans e località vicine, con produzione destinata ai fiorenti mercati di nascenti metropoli come Chicago o Kansas City. E fu proprio quando la conquista pionieristica della terra giunse a naturale esaurimento, in corrispondenza con lo sviluppo costante dell'industria e il conseguente incremento delle dimensioni delle città, che si registrò un balzo numerico dell’immigrazione italiana: nell’ultimo quarto di secolo (1876 – 1900), quando prende l’avvio l’esodo migratorio susseguente agli squilibri creatisi dopo l’unità d’Italia, gli Stati Uniti accolsero circa 800.000 italiani.
Il culmine della “grande emigrazione” italiana (3 milioni e mezzo di sbarchi, per lo più attraverso il porto-simbolo di Ellis Island) fu raggiunto nel primo quarto del ‘900, quando la creazione di nuovi posti di lavoro favorì nuovamente l’arrivo di
manodopera immigrata, destinata al consolidamento del settore urbano ed industriale. Città come Chicago, San Francisco, New York, Filadelfia, Baltimora, Boston (porti sulla costa dell’Est e punti di snodo delle comunicazion passarono in pochi decenni da una
situazione di stallo demografico al rango di grandi metropoli. Nacquero così le
Little Italies, "piccole Italie"-
Popolazione nata in Italia (foreign born) residente negli USA, 1930 – 2000.
Fonte: Gli italiani negli Stati Uniti d’America – Progetto ITENETs
Anno | Stock |
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1930 | 1.623.580 |
1940 | 1.427.952 |
1960 | 1.256.999 |
1970 | 1.008.533 |
1980 | 831.922 |
1990 | 580.592 |
2000 | 473.338 |
Immigrati italiani ammessi negli USA, 1990 – 2001
1991 | 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 | 1999 | 2000 | 2001 |
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2.619 | 2.592 | 2.487 | 2.305 | 2.231 | 2.501 | 1.982 | 1.831 | 1.530 | 2.489 | 3.142 |
Fonte:Statistical Yearbook of the Immigration and Naturalization Service (US Department of Justice).