Quando si cerca di ripercorrere la lunga autostrada della vita, immancabilmente ci si ritrova a confrontarci con episodi e storie che ci sono appartenute ma che il tempo ed i problemi di tutti i giorni ci avevano fatto dimenticare.Questo breve episodio della mia vita va in questa direzione. E` una storia che mette in evidenza come anche una grande nazione ed il suo imbeccabile apparato militare possono andare in tilt sotto il peso di un momento incerto e confuso della sua storia. Siamo nel mese di Ottobre del 1962, la nazione governata dal giovane Presidente J. F. Kennedy attraversava un periodo di tranquillita`. A parte una guerra fredda con la Russia, niente lasciava presagire ad un conflitto militare. La guerra Koreana era ormai lontana e la nazione si godeva in pace una prosperita` economica sempre piu` consistente.
Tutto questo improvvisamente cambio` quanto un aereo U2 di ricognizione delle forze aeree americane in missione sui cieli di Cuba avvisto`, in un angolo dell`isola caraiba, delle piattaforme di lancio di missili puntati verso gli Stati Uniti. Per di piu` si venne a sapere che navi mercantili Russe con carichi di missili a testate nucleari si stavano dirigendo verso Cuba. Tutto questo fu considerato dal Pres. Kennedy un atto inaccettabile per gli Stati Uniti. Il Presidente in un discorso alla nazione chiese ai due paesi interessati di smantellare subito queste piattaforme e di fermare le navi, altrimente sarebbe intervenuto con tutte le forze militare che la nazione aveva a disposizione. Le cose si aggravarono di piu` quando Nikita Khrushchiev dichiaro` che quella americana era un`ingerenza illegale contro una nazione indipendente come Cuba. Insomma, una guerra fredda tra le due potenze mondiali si stava tramutando in un conflitto nucleare che avrebbe sicuramente distrutto mezzo mondo. In questo clima di incertezze e paure ci fu un ordine del pentagono di mobilitare tutte le forze armate e di arruolare tutti i giovani al di sotto dei 26 anni idonei per il sevizio militare. Fu cosi` che anche a me, che i 26 anni li avevo da poco compiuti, e per di piu` sposato con due figli, mi arrivo` erroneamente la fatidica cartolina pregettuaria. Dovevo presentarmi entro due giorni al distretto militare di Whitehall in Manhattan. Pensai che avrei risolto l`errore in poco tempo. Invece non fu proprio cosi`. Il giorno dopo arrivato nel distretto mi trovai di fronte a migliaia di giovani che in fila aspettavano di essere chiamati per le visite mediche. Mi fu impossibile trovare qualcuno che potesse risolvere il mio problema. Tutti erano occupati e per lo piu` incerti di cosa chiedeva il pentagono e nessuno si voleva prendere delle responsabilita` al riguardo. Fu cosi` che dopo due giorni a Manhattan fui trasferito a FortDix nel New Jersey,
una grande base militare in cui trovai decine di migliaia di reclute come me che aspettavano decisioni di dove andare e cosa fare. Anche qui` c`era una certa confusione, nessuno sapeva di certo cosa fare, si era in standby, aspettando delucidazioni da Washington. Pensai che per me insistere su una risoluzione del mio problema sarebbe stato impossibile. Invece l`aiuto mi arrivo` da una improbabile fonte. La mattina dopo il mio arrivo fui mandato dal barbiere per il taglio dei capelli. Come succede spesso in questi casi si intavola sempre una conversazione col barbiere. Fu cosi` che gli raccontai la mia storia, come mi trovavo li`, e come pensavo che c`era sicuramente un errore. Lui ascolto` attentamente e poi mi disse di aspettare li` perche` fra qualche minuto sarebbe venuto a farsi i capelli un giovane ufficiale che forse mi poteva ascoltare, e forse anche aiutare. Difatti, con una Jeep militare arrivo` questo giovane, si sorprese che io ero ancora in abiti civili. Lo pregai di darmi alcuni minuti del suo tempo per raccontargli il mio problema. Lui mi ascolto` attentamente e poi mi disse " vai dal comando generale del Fort, aspettami li`, cerchero` di contattare qualcuno a Washington, se loro pensano che ci sia stato un errore tu potrai andare a casa. Seguii i suoi ordini e mi feci trovare davanti al comando, dopo pochi minuti lui arrivo` ed entro nel suo ufficio. Passarono piu` di trenta minuti prima che lui venne a chiamarmi per entrare dentro. Mi fece sedere davanti alla sua scrivania, e poi con tono pacato mi consegno` alcuni documenti che non erano altro che l`autorizzazione a lasciare il Fort ed un biglietto di ritorno colla corriera verso New York. Fu cosi` che dopo quattro giorni la mia odissea militare fini`. Gazie a Dio, dopo alcune settimane di colloqui segreti ci fu un accordo tra Stati Uniti e Russia che evito` il disastro di una guerra senza precedenza. Gli Stati Uniti si impegnarono ad non invadere Cuba, e la Russia a smantellare le piattaforme nucleari e ritornare i missili in Russia.