Le Genti del mio Cansano
La Gente del mio ex vicinato, Via Casale:
Da ragazzo, studente nella scuola elementare, l'Inverno nel secondo piano sopra la bottega di zio Cicc D'Attavie, alla destra del focolaio c'e' un finestrino e dentro alla basa del finestrino c'era un recipiente chiamato "gliu cinerale" coperto con un tavolone, e là spendevo il tempo inginocchiato per fare i mie compiti, nello stesso tempo fuori davanti la stalla di Panfilo Rossetti, coperti con un po' di neve mettevo un paio di trappole ( le tagliole) con la speranza di afferrare qualche passerotto, ma il guaio era che appena un passero lasciava il tetto e si posava vicino le trappole, usciva fuori zia Maria Donata Di Giacomo dal forno o Francesca Di Giacomo , detta Cecca Barone co le ramazze per pulire la neve davanti le porte e scalinate, e cosi' arrivederci il mio delizioso cibo. A volte aveva piu fortuna dietro i Colecchia a Via Oriente dove c'erano una varieta' di uccelli. Durante l'Estate piu'su di rimpetto la casa di Salvatore Rossetti, il marito di Domenica, detta Mega Di Pinto
,
il quale aveva ritornato dall'Argentina, c'era un morgione scarpellato come una specia di sedia, e li' Salvatore si andava a sedere al fresco. lassu' il vigo finiva a scalinate selciato, Un giorno mentre mia madrigna, zie Maria Donata; Cecca Barone; Incoronata; Elvira; Lucia De Fua' e Mega stavano a raccontare le loro storielle e qualche barzelletta, ad un tratto Salvatore nel ascoltare si mise la mana sul petto e comincio' a gridare: Oh! Oh! Oh!, quelle povere donne e sua moglie pensando che stava a soffrire un infarto subito andarano a correre a suo aiuto, ma appena cominciarano di alzarlo Salvatore comincio' a fare scoreggie a comando. Quelle povere donne cominciarano con: Uh ti ccidene Salvatore, mo pure se ste' a schiatta' n'cuorpe nesciune de nu' te menemme a juta'. Negli anni settanta, quando con mia diletta moglie venimmo per una visita a Cansano, era un giorno di festa ed io mia moglie, Nunzio Ruscitti (Giovedi') sua moglie mia cugina Annina eravamo in seguito dietro la processione, ed appena scendemmo a Via Casale. vicino la mia vecchia residenza, tre donne sui balconi litigavano fra loro:" Zoccola brutta, sci tenta nera, chi e' quiglie curnute de maritete, ecc;,ecc;, ma appena ci videro: " Uh, chi so se ddu bieglie giuvene?." Annina rispose: " Negli recunuscete, quiste je Salvatore nuostre j la moglie!". Le donne: Teh sci biniditte e revenute arrevede' la casa sejje! Poi appena la processione giro' dietro la casa dei Di Paolo ricominciarono di nuovo a litigare. Un'altra sere mentre avevamo portato un piccolo regalo Salvatore e Mega Di Pinto, si sentivono litigare un uomo e una donna dietro a Via Oriente, l'uomo alla casa dei Lepri e la donna di rimpetto a una casa dei Colecchia, l'uomo usciva fouri con: "Sa brutta panonta vergognate!!" e la donna: Teh, j so panonte brutte schifuse, sperchiate a maritime, ci fusse tu come e nnu!. Mega: Amelia che ste' senti' chisse ddu, chisse sattaccana ogni sere. Mia moglie godeva a sentire perche' anche a Pompei c'erano i buffoni e gente curiose. Ricordo che durante una visita a Pompei eravamo in uno albergo con parecchie valigie e dovevamo andare al secondo piano, mia moglie disse alla donna padrona, :" Ci stesse na camara a o primo chiano, ca maritimo nen po' sali' ncopp, pecche' sa fatt n'operazione a o core i sada' uarda'" La Padrona"
O maronne famme bere', mi dovette aprire la camicia e quando vide la cicatrice mi disse: O maronne si ncora vive?. Poi presto la mattina se sentiva il carrettiere venditore che cantava: Avete Signo' limone, pummarorelle, o cifere ppe a pizza.
Eravamo in una pensione in Firenze ed al principio del pranzo venne un bel giovanotto cameriere col menu', mia moglie: "Signo' vulesse urdina' nna cosa ma nu lu sacce ricere pecche' parla sultant o dailect" Il giovane cameriere:
Signora che dialetto lei parla" mia moglie: O napulitane" il cameriere: "J parla napulitane ca song napulitane pure je " Allora mia moglie gli disse" me ve na vuli' tinisse ddu sfugliatelle?
Salvatore Di Camillo