Una breve storia:
Era la Settimana Santa del 1928
quando mio padre un emigrante da Berwind, CO,.
a causa che mia madre era caduta in una grave malatta,
lui era ritornato temporaneamente a Cansano.
Per me questa era la prima volta che venni a
conoscero il mio padre,
perche' lui era ritornato in America prima della mia nascita nel 1921,
comunque era presto, un Sabato mattina,
quando lui con una zappa a due denti mi porto' su quella collina,
chiamata 'Le Pietre Murine",dove c'e' un piccolo terreno
a pochi metri all'ovest della chiesa di San Nicola,
li' a coltivare alcune piantine di ceci.
Mio padre spesso con la zappa tirava fuori la testa di uno scheletro umano, forse di antichi guerrieri oppure di qualche antico cimitero.
Di fatti io e mio fratello, alcuni anni prima,
avevamo scavato e lineato parecchi su una maceria di sassi lungo la via di San Nicola.
Era quasi mezzogiorno quando eravamo quasi pronti a mangiare uno spuntino quando veniva su di corsa il mio caro cugino Donato Di Camillo, esclamando:
"Zio Ottavio fa subito ritorna a casa!.
Mio padre gia aveva pensato che mia madre stava peggiorando,
subito lasciammo gli attrezzi, e scappando ritornammo a casa.
Nell' entrare, fuori di mia sorella col suo piccolo Pietro,
appena un anno di eta', tutte le mie zie,
la mia casa era piena di gente del vicinato.
Una delle donne mi prese e mi butto' sulle braccie di mia madre esclamando:
"Pasqua, ecco il tuo piccolo Salvatore!.
Non puoi immaginare la mia paura e il dolore nel vedere mia madre
con la bocca aperta cercando un ultimo respiro.
Ancora peggio due settimane dopo la sepoltura di mia madre,
una bravissima e bellissima giovane,la cara cognata di mia sorella Maria Giovanna, Filomena De Santis, dopo aver caduta con una strana malattia, in pochi giorni mori' anche lei giovanissima,
mia madre all'eta di 42 e Filomena appena di 18 anni.
Filomena era la fidanzata e fra poco doveva sposare l'eroe decorato con la medagliia d'oro, il nostro brigadiere forestale
Panfilo Di Gregorio.
Non dimentico mai le due lapide di quasi
un metro e mezzo di altezza,
sculturate ugualmente con un angelo con le ali aperte,
che mio padre e mio cognato Franco Rocco comprarono
per abbellire il capo dei fossi. Dopo la perdita di mia madre,
fuore di mia sorella, le mie zie, Nonna Nata, e la mia madrigna ,
le donne del mio vicinato mi presero come loro figlio,
e per tutto cio' quando mi torna a mente,
Ie prego per loro che Dio le benedica dovunque sono:
Zia Cecca Barone, zia Palma, zia Maria Donata, zia Incoronata, zia Lucia De Fua', zia Domenica e zie Elvira e Cesidia Colecchia. Dopo di tutto l'e' per loro che si racconta.
Ed a voi compaesani nelle due rive
del gran mare, vi auguro Una Buona e Felicissima Santa Pasqua,
sperando che Il Resuscitato ci dia ancora tempo di raccontare.
Until then I wish you all a Happy Easter
byYours truly:
Salvatore (Sam) Di Camillo