Questo è il 6° racconto di Donato il resto appena possibile
"Gli Anni 40".
Nei lontani anni quaranta.
Eravamo negl` anni in cui la nostra nazione cercava lentamente di risvegliarsi da quel lungo letargo di una guerra terrificante. IL governo dell`allora presidente De Gasperi si muoveva nell`ambito occidentale per far ripartire un`economia devastata. Nel campo dello sport il Coni per aiutare i vari sports a ripartire si invento` il gioco della Sisal che fu abbinata alle partite di calcio di serie A e serie B. Se si indovinavano tutti e dodici i risultati delle partite inserite nella schedina si potevano vincere anche milioni di lire. Fu subito un successo, tutti cercavano di risolvere i loro insormontabili problemi con una chimerica vincita nella Sisal. Fu cosi` anche per i Cansanesi, molti giocavano individualmente ed altri si univano in gruppo per avere piu` possibilita` di vincere. Ed un gruppo di simpatici paesani tutti amici di Mario Chioda si misero insieme per giocare piu` colonne per avere cosi` piu` possibilita` di raggiungere un risultato positivo. Si riunivano nel negozio di generi alimentari di Mario.
In settimana per compilare le schedine e la domenica per ascoltare la radio cronaca di una partita ed i risultati finali di tutte le altre partite che interessavano la Sisal. Purtroppo, per quello che ricordo, la fortuna non fu mai dalla loro parte. Fu in questo clima che un nostro paesano, Emidio Di Paolo, un uomo che aveva un innato senso dell`umorismo, penso` di fare uno scherzo a questo simpatico gruppo di persone. Emidio era uno che di burlanate ne faceva uno al giorno, tutti lo sapevano ma nessuno riusciva ad evitarle. Fu cosi` anche questa volta. Una domenica, con la complicita` di me e Pasquale De Santis, che eravamo nella sua casa per seguire la radio cronaca di una partita, se ne invento` una nuova di zecca. Ci chiese di aiutarlo a spiccicare un bollino da una vecchia schedina della Sisal e di appiccicarlo ad una schedina non usata di quella settimana, poi ci chiese di compilare una colonna da dodici risultati vincenti, e per mascherare bene il trucco ci fece compilare l`altra con sei risultati corretti.
Prese questa schedina ed ando` nel negozio di Mario dove, con i suoi amici, stava discutendo le varie ragioni per la quale non avevano vinto. Dopo aver salutato tutti, con aria distaccata chiese a Mario di verificare una sua schedina che aveva giocato in settimana. Mario, come raccontava poi lui, verifico` la schedina piu` di una volta prima di gridare a tutti che Emidio aveva indovinato un dodoci che quella settimana era milionario. Tutti i presenti gli si avvicinarono per congratularsi con lui e fargli i complimenti per tanta fortuna. Lui seppe immedesimarsi alla perfezione nel ruolo di fortunato vincitore tanto da dire che se avesse avuto un po` di soldi avrebbe pagato a tutti da bere. Mario che a quel tempo vendeva anche vino gli disse di non preoccuparsi perche il vino ce lo avrebbe messo lui e che quanto avrebbe riscosso la vincita lo avrebbe ripagato. La notizia di questa vincita milionaria fece in poco tempo il giro del paese, tutti corsero a complimentarsi con lui e brindare alla sua fortuna. Una damigiana di un ettolitro se ne ando`, e mentre Mario si accingeva ad aprirne un`altra, Emidio, preso dal rimorso, chiamo` fuori dal negozio il fratello di Mario, che era anche il suo compare, per raccontargli la verita`.
E mentre il compare si recava dal fratello per fermarlo dal dispensare piu` vino, Emidio sapendo benissimo la reazione di Mario, e sapendo benissimo che con le possibilita` che aveva non avrebbe mai potuto ripagarlo per la damigiana di vino consumata per lui, non torno` a casa sua, dove sicuramente sarebbe stato raggiunto da un inferocito Mario, bensi` si reco` da mia nonna, che era anche sua zia, per rimanere confinato nella nostra casa fino a quanto Mario si calmo` accettando a malincuore quel costosissimo scherzo, consolandosi in parte dal fatto, che altri, prima di lui lo avevano, in diverse circostanze, anche loro subito.
Donato D'Orazio Racconta
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