Erano appena passati tre giorni dal nostro arrivo (mio e di mio padre)a New York, eravamo ospiti di mio zio che, tra l`altro, era quello che ci aveva fatto l`atto di richiamo per entrare in America. Era anche il mio primo giorno di lavoro in una piccola fabbrica che si trovava a pochi isolati dalla nostra casa. Nell`uscire la mattina mio zio mi disse che quel giorno avrebbe traslocato in un`altra casa che si trovava abbastanza lontana da dove eravamo. Aggiunse che molto propabilmente al mio ritorno loro non ci sarebbero stati ma che avrebbero lasciato un bigliettino con tutte le spiegazioni per come raggiungerli. Infatti quanto tornai la sera trovai sul tavolo questo biglietto in cui mi diceva di andare alla stazione della subway ( sotterranea) prendere uno specifico treno e raggiungerli nella nuova casa.
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Andai in questa stazione, scesi le scale e mi trovai di fronte, per la prima volta nella mia vita, ad una marea di treni che arrivavano e partivano quasi continuamente. Forse per l`inesperienza, forse preso dal panico invece di seguire le istruzioni che mi erano state date mi infilai in uno dei primi treni che arrivo` sperando che fosse quello giusto. Dopo una mezzora di viaggio non riconoscendo i nomi ed i numeri delle fermate che facevamo capii che avevo sbagliato. Mi trovavo in una linea sopraelevata invece che in una sotterranea. Alla seguente fermata scesi dal treno cercando di capire come avrei potuto ritrovare il treno giusto o come avrei potuto contattare mio zio e mio padre per dirgli della situazione in cui mi ero venuto a trovare.
Non conoscevo la lingua inglese, la moltitudine di persone che entravano ed uscivano dai treni erano tutti sconosciuti, c`erano dei telefoni pubblici ma io non sapevo usarli, ero sperduto e non sapevo cosa fare. Il tempo passava, il giorno diete posto alla sera, i treni arrivavano e partivano svuotandosi sempre di tanta gente frettolosa che a fine giornata non pensavano ad altro che raggiungere le loro case ed i loro famigliari. In uno di questi treni, in mezzo alla solita moltitudine, vidi un vecchio signore che passandomi vicino incrocio` per un`istante il suo sguardo col mio e continuo` per la sua strada. Rimasi di nuovo solo, ero stanco, mi sedetti in una panchina, mi misi le mani negli occhi quasi per mascherare tutto il mio disappunto per una situazione che si faceva sempre piu`complicata e che non sapevo come risolverla. In quell`istante sentii un passo di uomo che si avvicinava verso di me, alzai gli occhi e riconobbi quel vecchio signore che avevo intravisto alcuni minuti prima. Si avvicino` a me e con un dialetto che mescolava un po` di italiano, un po` di inglese ed un po` di napolitano mi disse che era ritornato sui suoi passi perche` aveva notato dal mio sguardo che qualcosa non andava. Gli dissi che mi ero perso, che ero solo da tre giorni in questa citta` e gli feci vedere l`istruzione che mio zio mi aveva lasciato. Mi disse " Figlio mio, non solo hai sbagliato treno hai anche sbagliato direzione" E con modo pacato, con voce stanca mi spiego` alla meglio cosa dovevo fare per ritornare al punto di partenza per prendere il treno giusto che mi avrebbe portato a destinazione.
Mi disse se avevo capito bene le sue istruzioni, ed io anche con molti dubbi, gli dissi di si`. Lo ringraziaii e mi incamminai verso il binario di ritorno che si trovava all`altro lato della stazione, ero soprapensiero, non ero convinto che ce la potevo fare. Mentre camminavo sentii la voce del vecchio signore che mi chiamava, l`aspettai ed avvicinandosi mi disse che forse era meglio che lui mi accompagnava alla stazione di partenza. Rimasi sorpreso da tanta generosita`, gli dissi che lui era stanco, che era tardi, che forse la sua famiglia era in pensiero per il suo ritardo. Mi rispose che per quanto riguarda la stanchezza una buona dormita avrebbe risolto il problema, e per il ritardo la sua famiglia avrebbe compreso. Volevo abbracciarlo, ringraziarlo per la sua generosita`, per il suo altruismo, volevo conoscerlo di piu`, ma forse per commozione, per incredulita`, per lo stato confusionario in cui mi trovavo gli dissi poco o quasi niente. Arrivato alla stazione di partenza lui aspetto` con me fino a quanto il treno giusto arrivo`, mi diete le ultime spiegazioni e mi lascio` andare. Mentre il treno partiva lo vidi per l`ultima volta che mi salutava. Non l`ho piu` incontrato, non ho mai conosciuto il suo nome, ma la sua immensa generosita` ed il suo esempio sono rimasti indelebili nel mio cuore, ed ho sempre cercato, negli anni a seguire, di imitarlo, di ridare agli altri, secondo le mie modeste possibilita`, tutto quello che il vecchio Italo-Americano mi aveva insegnato.