Questo è il 3° racconto di Donato il resto appena possibile
" Il giorno dopo il matrimonio".
" Il giorno dopo il matrimonio". Un`usanza che veniva praticata molto a Cansano nel periodo che va` dalla fine dell`ottocento al principio degli anni cinquanta. Da premettere che era imperativo per una giovane coppia di sposi che convolavano a nozze di seguire una prassi ben precisa. Per la ragazza di poter vestire l`abito bianco da sposa solo se era arrivata al giorno del matrimonio pura ed illibata. Per il ragazzo in segno di purezza gli veniva imposto di guarnire l`occhiello della giacca da sposo con un fiore bianco o un ramoscello di confettini bianchi. L`elaboratezza del matrimonio cansanese era sofisticato e ricco di dettagli, non mi ci soffermo per la semplice ragione che e` in parte conosciuto, grazie soprattutto alle varie rappresentazioni che si sono tenute negli anni precedenti in occasione dell`Agosto Cansanese. Del giorno dopo il matrimonio invece si sa` poco o niente. Cerchero` di raccontarlo io in modo molto semplice e comprensibile a tutti:
Il ricevimento matrimoniale venva tenuto per la maggior parte nella casa dello sposo. La camera matrimoniale era anche situata nello stesso stabile. La sera del matrimonio i giovani sposi si commiatavano dai convitati, ancora in festa, per ritirarsi nella loro camera da letto. Il giorno dopo, di buon mattino, si alzavano, lo sposo riindossava il vestito da sposo per recarsi dai suoceri. La sposa rimaneva nella sua camera, indossava la sua bella vestaglia di seta comprato per l`occasione, si guardava dal non rifare il letto, ed aspettava con una certa apprensione che arrivassero delle visite molto importanti.
Erano le comare di battezzo di entrambi che si recavano a fargli visita per constatare di persona se tutto era andato secondo la tradizione.
Constatato che il matrimonio era stato consumato, si congratulavano con la sposa augurandogli tanto bene. Poi l`accompagniavano dalla suocera che aspettava nel piano inferiore per dargli la buona notizia. Al che la suocera abbracciava la nuora dandogli il benvenuto ufficiale nella loro famiglia ed augurandogli tanti figli maschi. Nel frattempo lo sposo raggiunto la casa dei suoceri, si toglieva, davanti a loro, il fiore bianco, dando cosi` la certezza che il matrimonio era stato consumato, e ringraziandoli per l`onore che gli avevano dato nel donargli la mano della loro figlia, brindava con loro un avvenire gioioso per il loro avvenire matrimoniale.
Tutto poi si concludeva sette giorni dopo, quanto la sposa, ormai donna e moglie, ritornava nella casa paterna per riabbracciare la madre.
Era questa una tradizione che forse verrebbe rigettata in quest`era moderna, ma nella mentalita` di quei tempi era una cosa molto importante.
Donato D'Orazio Racconta
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